SMOOTH LIKE OIL

SMOOTH LIKE OIL

(Liscio come l’olio)

Roberto Trivisonno

Pag. 112 – 25 foto contiene materiale video

ISBN 978-88-7572-200-5

Prezzo di copertina 19,00 €

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INTRODUZIONE

A volte ritornano, i vecchi eroi. Grazie a nuovi amici. Nella fattispecie, Roberto Trivisonno alias Bob, che ho conosciuto grazie all’azzeccatissimo podcast ‘Race off’, perché dalla passione per il trotto è impossibile guarire anche se da anni, ormai, stanno facendo di tutto e di più per estirparcela. E così, i ricordi universitari del giovedì pomeriggio all’Arcoveggio sono tornati a galla grazie a Bob ed alla sua rubrica, manca solo che la colonna sonora diventi ‘Nostalgia canaglia’ di Albano e Romina e saremmo a posto… Grandi ricordi di piccoli routinier, ma non solo. Anzi, perché Bob ne ha combinata un’altra scrivendo questo libro su Equinox Bi, non uno qualunque per me. Perché, nella ormai trentennale carriera (bontà vostra…) di giornalista ippico, l’allevamento Biasuzzi ha rappresentato il primo amore, grazie al patron Mauro che incaricò il nemmeno trentenne sottoscritto di seguire iscrizioni e partenti direttamente da Mirano. Anni ruggenti, anni di grandissimi personaggi con i quali ebbi modo di collaborare faccia a faccia con la massima professionalità e poche parole. Sempre taciturno ma all’occorrenza scaltro Jan Nordin, geniale e carismatico Hakan Wallner (il mio preferito, adesso posso dirlo), istrionico e genuino Mario Rivara. E poi, ovviamente, chi sostiene tuttora scuderia ed allenamento, Mauro Biasuzzi e l’immarcescibile Edwin Lagas. Ecco perché, quando in pista c’è del rossoverde, non posso non fare il tifo per quella giubba, anche senza un biglietto in mano perché, come dicevo poc’anzi, cercando di estirparci la passionaccia quanto meno hanno limitato scommesse e, di conseguenza, perdite. Così come, all’inizio del terzo millennio, non potei che diventare il primo Ultras di Equinox Bi, prodotto tutto fatto in casa grazie a Valley Boss Bi e Personal Banner, tanto potente di motore quanto limitata dal carattere. E la soddisfazione di vederlo campione del mondo 2007, anche se a distanza, ha segnato i migliori anni della nostra vita ippica. Più dei tanti trionfi italiani, il magnifico trittico: secondo al Nat Ray trot, primo alle Breeders Crown e ancora vincitore nel Maple Leaf. Campione del mondo, urlato tre volte come Nando Martellini in Spagna, nel 1982. Prima di Equinox, solo un certo Varenne, per due volte. Non sarò certo io a voler avvicinare la carriera di Equinox a quella del Campionissimo, ma il solo fatto di comparire nello stesso Albo d’Oro del Nord America qualcosa vorrà pur dire.

Per me, una cosa soprattutto: quelli erano anni, quelli erano cavalli.
Quello era Equinox Bi.

AUTORE

A volte ritornano, i vecchi eroi. Grazie a nuovi amici. Nella fattispecie, Roberto Trivisonno alias Bob, che ho conosciuto grazie all’azzeccatissimo podcast ‘Race off’, perché dalla passione per il trotto è impossibile guarire anche se da anni, ormai, stanno facendo di tutto e di più per estirparcela. E così, i ricordi universitari del giovedì pomeriggio all’Arcoveggio sono tornati a galla grazie a Bob ed alla sua rubrica, manca solo che la colonna sonora diventi ‘Nostalgia canaglia’ di Albano e Romina e saremmo a posto… Grandi ricordi di piccoli routinier, ma non solo. Anzi, perché Bob ne ha combinata un’altra scrivendo questo libro su Equinox Bi, non uno qualunque per me. Perché, nella ormai trentennale carriera (bontà vostra…) di giornalista ippico, l’allevamento Biasuzzi ha rappresentato il primo amore, grazie al patron Mauro che incaricò il nemmeno trentenne sottoscritto di seguire iscrizioni e partenti direttamente da Mirano. Anni ruggenti, anni di grandissimi personaggi con i quali ebbi modo di collaborare faccia a faccia con la massima professionalità e poche parole. Sempre taciturno ma all’occorrenza scaltro Jan Nordin, geniale e carismatico Hakan Wallner (il mio preferito, adesso posso dirlo), istrionico e genuino Mario Rivara. E poi, ovviamente, chi sostiene tuttora scuderia ed allenamento, Mauro Biasuzzi e l’immarcescibile Edwin Lagas. Ecco perché, quando in pista c’è del rossoverde, non posso non fare il tifo per quella giubba, anche senza un biglietto in mano perché, come dicevo poc’anzi, cercando di estirparci la passionaccia quanto meno hanno limitato scommesse e, di conseguenza, perdite. Così come, all’inizio del terzo millennio, non potRei che diventare il primo Ultras di Equinox Bi, prodotto tutto fatto in casa grazie a Valley Boss Bi e Personal Banner, tanto potente di motore quanto limitata dal carattere. E la soddisfazione di vederlo campione del mondo 2007, anche se a distanza, ha segnato i migliori anni della nostra vita ippica. Più dei tanti trionfi italiani, il magnifico trittico: secondo al Nat Ray trot, primo alle Breeders Crown e ancora vincitore nel Maple Leaf. Campione del mondo, urlato tre volte come Nando Martellini in Spagna, nel 1982. Prima di Equinox, solo un certo Varenne, per due volte. Non sarò certo io a voler avvicinare la carriera di Equinox a quella del Campionissimo, ma il solo fatto di comparire nello stesso Albo d’Oro del Nord America qualcosa vorrà pur dire. Per me, una cosa soprattutto: quelli erano anni, quelli erano cavalli. Quello era Equinox Bi.

L’articolo SMOOTH LIKE OIL proviene da Centro Corsi Edizioni Martina.

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