Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso
l'Università di Pavia, dove si è poi specializzato in
Chirurgia Generale e in Idrologia Medica.
È Professore a Contratto di Storia della Odontoiatria
presso il Corso di Laurea Specialistico in Odontoiatria e Protesi
Dentaria dell'Università di Pavia.
In tale sede collabora anche con la Cattedra di Chirurgia
Speciale Odontostomatologica, diretta dal prof. Cesare Brusotti.
È presidente della SISOS (Società Italiana
di Storia dell'Odontoiatria). È autore di oltre ottanta pubblicazioni
scientifiche, prevalentemente in campo storico odontoiatrico; è
stato relatore in congressi nazionali ed internazionali.
Esercita la sua attività in qualità di
libero professionista, sia come medico che come odontoiatra.
Prefazione
Il grande scienziato August Compte scriveva nel XVII
secolo: "Se vuoi imparare una Scienza ne devi conoscere il passato".
Questa grande verità mi è sempre stata
presente e di stimolo a ricercare le origini, lo sviluppo, il progredire
della nostra scienza Odontoiatrica.
Partecipai infatti prima alla stesura della Storia
della Odontoiatria e poi via via alla Storia della Ortodonzia, ai
Precursori della stessa allo studio del Volto e della Armonia, attraverso
i secoli, appoggiando in particolare l'opera di due grandi colleghi,
amici e profondi studiosi della storia della medicina: il Prof. Gorgias
Gambacorta e il Dott. Nerio Pantaleoni.
Rimaneva ancora un compito da svolgere; la ricerca
e la pubblicazione di un testo sulla Storia della Odontoiatria Infantile.
Quale migliore occasione poteva rappresentare se non
il Cinquantenario della fondazione della Società Italiana di
Odontoiatria Infantile?
Con molto anticipo ho stimolato e guidato un giovane
docente di Storia dell'Odontoiatria dell'Università degli studi
di Pavia, il Dott. Paolo Zampetti, figlio e nipote di illustri docenti
dello stesso Ateneo, che con grande entusiasmo, passione, impegno
e costanza si è profuso in una accurata ricerca dei testi storici,
frequentando istituti e biblioteche nazionali ed internazionali riuscendo
ad acquisire un notevole prezioso ed interessante materiale tale da
permettergli la stesura di questo libro.
Va pure segnalato come non esista nella letteratura
internazionale un'opera esclusivamente riservata alla Storia della
Odontoiatria Infantile.
All'Autore quindi il plauso ed il merito di avere realizzato
questa importante opera che rimarrà anche come particolare
omaggio alla passione.
La passione di chi, togliendo anche spazio alla professione
allo studio, al tempo libero, ha saputo dedicarsi alla ricerca di
testi a volte introvabili a reperti di antiquariato allo studio attento
di un'arte antica che ha poi consentito i presenti traguardi.
Impegno caparbio nella ricostruzione di un passato
che giustifica il presente e verso il quale secondo una appropriata
espressione del metafisico inglese Bradley, il futuro fluisce!
L'Odontoiatria Infantile al pari delle branche specialistiche
dello stesso settore ha avuto in questi decenni una eccezionale accelerazione
nelle conoscenze tecnico-scientifiche, colmando le precedenti lacune
e fornendo notevoli strumenti e tecniche sempre più precise
e raffinate.
Credo quindi sia giusto che oggi nasca anche l'esigenza
di una analisi critica e la necessità di una valutazione del
proprio passato, ripercorrendo tutto il percorso dalle radici ai giorni
nostri. Rimane quindi anche come una testimonianza precisa, attenta
ed affettuosa di un rispetto della propria Arte.
Anche dal punto di vista etico e morale questa opera
servirà a fare comprendere che chi esercita l'Odontoiatria
Infantile va ben più in là della semplice Professione,
costituendo essa invece una vera "Arte". Rappresenterà
quindi un vero strumento di cultura che permetterà di estendere
la ricerca, proponendone al tempo stesso di nuove.
All'Editore Martina il plauso per avere sostenuto incoraggiato
e acconsentito con grande mecenatismo alla perfetta riuscita editoriale
curandone la veste grafica ed iconografica con rara maestria. Possiamo
quindi concludere che "nel nostro passato sta scritto il nostro
futuro, perché nel nostro ieri c'è la preparazione del
nostro domani".
Damaso Caprioglio Past President della S.I.O.I.
Presentazione
Presentare un testo che ha come titolo STORIA DELL'ODONTOIATRIA
INFANTILE è per me motivo di grande gioia e soddisfazione.
Quando si dedica ad una Disciplina una storia vuol
dire che di strada ne è stata fatta... Ricordo quando divenni
Professore Ordinario e, credendo nel Progetto Pedodonzia, ne volli
assumerne la titolarità presso il Corso di Laurea in Odontoiatria
e Protesi Dentaria dell'Università degli Studi di Roma "La
Sapienza", così come ricordo il dispiacere nel doverLa
lasciare quando andai a ricoprire la prestigiosa Cattedra di Clinica
Odontostomatologica.
Il concetto di Clinica Pedodontica è stato un
"leit motiv" della Scuola, ed è sempre stato portato
avanti nella convinzione dell'approccio odontoiatrico dedicato globalmente
al paziente in età evolutiva.
Abbiamo avuto ragione, e l'istituzione della Scuola
di Specializzazione in Odontoiatria Pediatrica pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale del 19 ottobre ultimo scorso, in concomitanza con la celebrazione
del cinquantenario della Fondazione della Società Italiana
di Odontoiatria Infantile è il coronamento di quel progetto
a cui molti hanno creduto.
Ringrazio Paolo Zampetti per aver voluto dedicare alla
Pedodonzia questo contributo.
Giovanni Dolci
Ringraziamenti
La stesura di un libro, come è
noto, richiede l'azione e l'aiuto di molte persone. Desidero pertanto
ringraziare in questa sede:
il prof. Damaso Caprioglio, a cui si
deve l'idea originale di quest'opera; grazie alla sua passione,
al suo entusiasmo ed alla sua determinazione si sono vinti molti
ostacoli ed è stato possibile portare avanti un discorso
molto complesso.
Un grazie sentito al sig. Dante Marchetti,
cui devo la messa a punto di molti dettagli tecnici. Un ringraziamento
particolare al prof. Giuseppe Resta, ordinario di Pedodonzia presso
il CLSOPD dell'Università di Pavia per l'amicizia dimostratami
e i consigli datimi.
Per questo motivo vorrei poi ricordare
i professori Stefano Bianchi, Paolo Menghini, Claudio Poggio, Silvana
Rizzo, Ruggero Rodriguez y Baena, docenti presso il CLSOPD dell'Università
di Pavia, i quali mi onorano della loro amicizia e considerazione
e con i quali ho più volte avuto scambi costruttivi di opinioni.
Infine un ringraziamento speciale a
colui che considero mio Maestro: il prof. Cesare Brusotti. A lui
si deve l'istituzione del primo insegnamento in Italia di Storia
dell'Odontoiatria presso un Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi
Dentaria, nella fattispecie quello di Pavia; ho potuto così
trovare una sede che mi ha consentito di lavorare e crescere scientificamente
in modo sereno. Ed è a lui, pertanto, che esprimo la mia
riconoscenza dedicandogli questo lavoro.
Indice
PREFAZIONE
PRESENTAZIONE
RINGRAZIAMENTI
CAPITOLO 1
L'ODONTOIATRIA INFANTILE SECONDO GLI
ANTICHI AUTORI
CAPITOLO 2
IL MEDIO EVO
CAPITOLO - 3
IL RINASCIMENTO
CAPITOLO - 4
IL SEICENTO
CAPITOLO - 5
IL SETTECENTO
CAPITOLO - 6
L'OTTOCENTO
CAPITOLO - 7
IL NOVECENTO
BIBLIOGRAFIA
CONSIGLI DIRETTIVI SIOI
La prima pagina...
Già Ippocrate (V sec. a.C.) (fig.
1) aveva affrontato, nel De principiis seu de carnibus il problema
della prima dentizione: "I Denti della prima dentizione si formano
nell'utero, quelli della seconda dal latte. I primi cadono prima dei
sette anni, gli altri nascono sotto ed invecchiano, se non vengono
corrotti o forati".
La spiegazione di come avvenga la sostituzione
della dentatura decidua con quella permanente è la seguente:
"I denti nascono ultimi per questo: la loro crescita si fa attraverso
le ossa della testa e delle mascelle. Quanto tali ossa contengono
di glutinoso e di grasso, disseccato dal caldo, si consuma e i denti
divengono più duri delle altre ossa perché non contengono
"freddo". I primi denti si formano in seguito all'alimentazione
del feto nella matrice e con l'allattamento del bimbo dopo la nascita.
Il cambiamento del nutrimento e delle
bevande li fa cadere; la caduta si manifesta quando sono trascorsi
sette anni dalla prima alimentazione; talvolta anche prima se il nutrimento
è stato cattivo; di solito, all'età di sette anni. Il
fanciullo cresce quando si è formato, e tale diviene specialmente
dai sette ai quattordici anni. Durante questo periodo nascono i denti
più grossi e quelli che rimpiazzano i primi.
Cresce così fino alla terza settimana
(con questo termine Ippocrate intende il periodo che va dai quattordici
ai ventuno anni) durante la quale diviene un giovanetto,fino alla
quarta e alla quinta.
Nella quarta settimana nascono alla maggioranza
degli uomini quattro denti, detti del giudizio."
Accanto a questa descrizione, sempre nell'opera citata, Ippocrate
prende in considerazione le problematiche relative ai fattori concomitanti,
quali febbre, diarrea, convulsioni, dolore, letargia.
Anche nel Libro delle prognosi il padre
della medicina analizza alcuni aspetti dell'eruzione dentaria:
"In coloro che attraversano i periodo
della dentizione si osservano prurito e puntura nelle gengive, convulsioni
e dissenteria, e questo soprattutto quando erompono i canini.”
Nel Libro detto Della Dentizione afferma
concetti in parte già esposti, in parte nuovi: "I bambini
che durante la dentizione hanno numerose scariche alvine sono meno
soggetti alle convulsioni di quelli che vanno poco del ventre. I bambini
che durante l'eruzione dei denti sono colpiti da febbre acuta sono
meno soggetti a convulsioni.
L'uscita del dente è più
difficile quando è accompagnata dalla tosse; i bambini deperiscono
maggiormente quando esce la punta.
D'inverno i bambini, se sono convenientemente
guidati, sopportano meglio i disturbi dell'eruzione dentaria."
(fig. 2)
Nel Libro delle Epidemie, infine, vengono
trattate le anomalie dentarie, che vengono attribuite a soggetti con
caratteristiche somatiche particolari, come quelli che per natura
hanno una conformazione del cranio acuta:
"Fra gli individui dal cranio acuto
alcuni hanno la nuca corta e sono di ossatura grossa; altri, aventi
il palato fortemente arcuato e i denti disposti irregolarmente, sono
tormentati da emicranie e flusso dalle orecchie", (fig. 3)
Anche Aristotele (III sec. a.C.) (fig.
4) seguì le dottrine ippocratiche, anche se nella sua concezione
biologica vi è una notevole discriminazione tra il sesso maschile
e quello femminile.